Archivi categoria: galleria
orbite,dettaglio (fall 2016)
king of days
è stato il periodo più bello
come arrivano i personaggi
è stato un girotondo che casca
sono i madrigali e le terzine
le correnti vanno a finire dove
hanno inizio e fine e di nuovo
è stato come vedere alla perfezione e luci
c’era da vedere la scintilla per terra
la skyline parallela, lascio andare
anche se quanto più lontano il respiro
così pronto al passaggio successivo
non è stato affatto un caso
c’è aria ancora c’è tempo, manca niente
mi hanno portato via per ritornare
a campi di viola limpidissimo
colore secondario proprio visibile
signore delle campane
aspettando i passaggi successivi
tutte le ali tutta la discesa di
satori raggiungibili come mosaici
orbite, postcards #
Mark Rothko!
Alcuni artisti vogliono dire tutto. ma io credo che sia più profondo dire poco. i miei dipinti vengono a volte chiamati “facciate”, e in effetti lo sono.
[ingredienti che per Rothko sono necessari alla pittura]
Una chiara consapevolezza della morte. tutta l’arte è in rapporto con la morte.
Sensualità, indispensabile per rappresentare il mondo in modo concreto.
Tensione, ossia conflitti o desideri che nell’arte sono dominati nel momento stesso in cui si manifestano.
Ironia, un ingrediente moderno (i greci non ne avevano bisogno). una forma di cancellazione di sé, e al tempo stesso di autoanalisi, con cui l’uomo non può, almeno per un istante, sfuggire al proprio destino.
Arguzia, umorismo.
Qualche grammo di effimero e qualche grammo di casuale.
Un dieci per cento di speranza…solo se ne avete bisogno; i greci non ne avevano.
henry miller!
Dipingere significa amare ancora. Soltanto quando si guarda con gli occhi dell’amore si vede quel che il pittore vede. E il suo è un amore libero da ogni senso di possesso. Il pittore è costretto a condividere ciò che vede. Normalmente ci fa vedere o sentire quel che di solito ignoriamo o da cui siamo immuni. Il suo approccio al mondo ci dice, in effetti, che niente è vile o laido, che niente è banale, piatto o insapore, a meno che non sia la nostra visione a essere carente. Vedere non è semplicemente guardare. Si deve guardare e vedere. Vedere dentro e intorno. Oppure, come disse una volta John Marin : “L’arte deve mostrare quel che accade nel mondo”.
senza permesso – out taken
le agende sono giocattoli lo sai anche te
possono rubarle e non è importante
stare incollati alle date bagnate
anche se è amaro conta un po’ e respira
le dissonanze sono i monosillabi
sono le fiumane della conversazione
che ci prendiamo pure come veniamo
in questo momento
l’umanità al completo
galleggia
albergo italia-2000
senza permesso #8
aspetta, mi scrivo
le prossime fioriture e i prossimi raccolti
tutti i cicli e gli emicicli
che ne sappiamo noi
mescolando liquami e sostanze
guardando il collasso dei sistemi
è la pazienza della follia
tale e quale al non spazio e non tempo del caldo
per incamminarsi
per tirare a sorte
per fermare le parole
a lato
sono feste ricorrenti quando
i particolari riescono a sospirare
le lettere del sogno
i solstizi sono augurali
sangue che verrà e verrà
nostro amore,vostro firmamento
memoria vale come visione d’insieme
nelle liste infinite
nelle mille nascite
nella fioritura precoce
apparecchio arance a spicchi
rose candide con rametti sparsi
tutto vale a una festa
anche le morti anche le sorti